Movie Star Junkies – “Shadow of a rose” by El Vasquito

Movie Star Junkies - "Shadow of a rose" by El Vasquito

El Vasquito in trip

Stavolta abbiamo chiesto El Vasquito dei Twiddle Thumbs di dirci due parole sull’ultimo lavoro dei Movie. Il vez si è calato un trip e gli è salito un po’ male, uscendosene con questo viaggio mentale inquietante, ma anche molto interessante. I Movie Star Junkies per chi non li conoscesse sono una band di debosciati di Torino che fanno questa cosa punk blues assai lercia e malata. In circolazione dal 2006, tour in America, Europa e chissà dove, credo vengano osannati in Francia ancora più che in Italia (o forse è una cazzata, non sono sicurissimo di sta cosa… comunque se volete saperne di più c’hanno pure la pagina di wikipedia). Shadow of a Rose è il loro settimo disco ed è uscito a inizio anno per Teenage Menopause Records. Parola a El Vasquito:

“Buio. La tua mente vacilla. Giri su te stesso. Oscurità. Senti freddo nelle ossa. Strani vapori ti avvolgono. Umidità. Sudore. Una voce acidula e straniante s’insinua nella tua mente. Un morso di serpente. Un dolce veleno, lentamente, si fa strada nel tuo corpo. Suoni circolari e ossessivi t’inebriano. Inizi a perdere il contatto con la realtà. Ti estranei. Una manata in faccia. Riemergi dal nulla. Chi sei? Dove ti trovi? Questo mondo ti sembra familiare. Sei tornato alla normalità.  Ora sei calmo. Pensi di essere calmo. Tranquillo. Ti guardi intorno. Non capisci. Sei calmo. Un continuo senso d’inadeguatezza ti pervade. La normalità è solo apparente. Senti un nodo alla gola. Uno strano mix di ansia e malinconia ti assale. I pensieri vanno veloci. I pensieri rallentano. Non riesci a stare al passo. Sei alla continua ricerca di una calma apparente. Una musica dolce ti culla. Una musica ipnotica ti assale. Pathos. Dolore. Statue di cera si sciolgono davanti ai tuoi occhi. Non ci credi. Ti giri. Cerchi un appiglio. Prosegui. Vedi un piccolo spiraglio di luce in lontananza. Una mano affusolata ti accarezza. Sorridi. Dura poco. Il fumo ti avvolge. Improvvisamente torna il buio. Le tenebre t’ingoiano. Ti senti morire. Sei maledetto. Perdi coscienza. Perdi coscienza e finalmente capisci: la violenza è nella dolcezza e tutte le rose hanno le loro ombre”.

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Yuzz – “Chocolate, strawberries and cream”

di Wilson Wilson

Yuzz - "Chocolate strawberries & cream"

Il pezzo di batman quando fuma le paie

Quando Yuri mi passa il link e leggo il titolo Chocolate, Strawerries and Cream ho pensato si trattasse della mazzata sui denti stile Antares con il titolo scemo a confondere le acque. E invece si tratta proprio di un pezzo da fragole e panna. E’ quel dolcino con retrogusto un po’ amaro, però. Un mood che nei pezzi dei vari gruppi di Yuri mi mancava. Anzi, non credo di aver mai sentito un pezzo in acustico sui suoi dischi, anche se probabilmente ricordo male, quindi la sorpresa è tanta considerando anche i pezzi solisti pubblicati finora. La cosa che mi stupisce di più è l’uso dello slide che, anche nel pezzo precedente (Enemies, pezzo stratosferico), mi ha lasciato un po’ così e mi ci sono voluti un paio di ascolti almeno per convincermi che in realtà ci stava alla grande, anche se ancora mi sfugge il motivo per cui si sia preso bene con lo slide. Che Yuri durante la quarantena si sia dato al country rock? Bah, poco importa finché i pezzi spaccano o, come dice lui, “a casa mia se una cosa suona bene vuol dire che va bene” e l’idea di pubblicarne uno ogni due settimane mi garba assai. Ah, dimenticavo il fischiettio finale: ammetto che ora mi vergogno un po’ meno di quello che ho messo in Shouted II, mi sono sempre sentito un mega coglione riascoltandola, ma ora, dopo anni, grazie a questo brano mi devo ricredere. Well done brova, continua a regalarci perle bisettimanali!

Il giorno dopo aver scritto ‘ste 2 righe non ho resistito a chiedergli del perché dello slide, facendogli notare che un assolo così (mi riferisco in particolare a quello di Enemies) sa tanto di sfiga, ma che, nonostante tutto, ci sta da dio. Mi risponde dicendo “lo slide mi fa divertire al contrario dell’assolo ditoso che oramai mi ha un po squassato le scatole”. Beh, vabbeh, ci può stare. Confido nel fatto di sentire presto un bell’assolo di tapping nei prossimi pezzi. Rooooook.

Cagate a parte, la copertina è una bomba (come il 99% delle sue grafiche) e ovviamente è tutto firmato Slack! come sempre.

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Psychedelic Twixs – il meglio di metà 2020 by Amore & Psych

di Wilson Wilson

Psychedelic Twixs - il meglio di metà 2020 by Amore & Psych

I 21 +1 miglior pezzi psych della prima metà 2020 scelti da Mr. Nick III

Allora! Innanzitutto bella per tutti gli amichetti di Super Stanzy, il mio intento è farvi incastrare con un po’ di roba intripposetta, che poi è la mia specialità. Questi sono gli psychedelix twixs di Mr Nick! Prima però prendo la palla al balzo per presentare un po’ Amore e Psych, forse potremmo addirittura chiamarlo “manifesto”, ma magari anche no, perché comunque fa pure caldo per i manifesti, diciamo che è più un adesivo, ecco.

Spesso quando dico di amare ed occuparmi di musica “psichedelica” capita che uno pensi solo a roba vintage anni 60/70, revivalate da figli dei fiori o presunti tali, peace & love, ecc. che sì mi piace eh, ho sempre amato tutto quell’immaginario e quello c’è, perché c’è, ma c’è anche molto altro, anzi direi soprattutto altro.

“Psych” più che un genere musicale è da considerarsi uno stato mentale, dato non dal tratto stilistico fine a sé stesso o dall’outfit, bensì dall’atteggiamento nell’approccio e nello sviluppo di ciò che si fa, esplorando e superando i limiti della propria coscienza e conoscenza, sia per chi crea che per chi ne beneficia ascoltando.

Per questo motivo già da tanti anni sotto questa voce si possono trovare progetti artistici anche diversissimi tra loro, gli stessi “psych fest” sparsi per il mondo hanno line-up super variegate accomunate da un’idea di fondo definita “psych”, ma che fondamentalmente si può leggere come “VISIONARIA”. Tutto questo per dire, in estrema sintesi, di abbandonare la concezione delle etichette, dei confini e delle definizioni di genere, perché “la psichedelia è nelle orecchie, nella mente e nel cuore di chi si intrippa”.

Detto ciò ringrazio ancora gli amichetti di Super Stanzy per avermi invitato a salire sulla loro astronave. Per farci questo viaggetto insieme mi hanno chiesto 15 pezzi, nel senso di canzoni, le migliori di questa prima metà di 2020. Tuttavia siccome siamo nel 2020 ed a me piace sempre “strafare” ne ho prese 21 (più una bonus track che è uscita da poco, ma che volevo mettere per forza perché è una bomba e non riuscivo a toglierne un’altra dopo tutte quelle che già avevo escluso con grande sofferenza), di cui scriverò qualche info o sensazione a riguardo, giusto per mettervi un po’ di curiosità prima o durante l’ascolto.

Ecco a voi i Mr Nick’s psychedelix twixs!

 

21. CUMGIRL8 // waffles

Allora partiamo con loro perchè queste sono delle pazze. In pratica sono delle ex top model, o almeno una di loro, Veronika Vilim, sicuramente lo era, ma roba seria eh (non una a caso che fa due shooting e si scrive “work as model” su ig e fb), ad un certo punto però ha sbroccato e messo su questa band super visionaria dall’approccio mezzo punk, ma forse anche 3/4. Occhio che forse potrebbero diventare addirittura un fenomeno cult, o finire al sert senza passare dal via.

 

20. SUMERI // chiamatemi Gaucho

A proposito di matti ecco un’accoppiata scoppiettante, il connubio tra Luca (Weird Bloom) ed Auroro Borealo. Il loro disco si candida felicemente a tenervi davvero una piacevole compagnia quest’estate. In pratica è come essere sempre insieme ad un paio di amici, che hanno fumato un botto e mentre suonano riempiono i testi, già piuttosto strampalati, con visioni e rime random, allucinate, che mai e poi mai concepiresti da sobrio.

 

19. MATERAZI FUTURE CLUB // Gattuso

Senza girarci intorno il principio qui è semplicemente quello dei Public Service Broadcasting però con le voci dei calciatori. Un progetto geniale nella sua semplicità, con potenziale trasversale enorme, ma anche con un grande cuore. Visione che può sdoganare di tutto e creare pure dei mostri, ma per ora però va benissimo così. Ad oggi sono usciti solo due brani, musicalmente diversi. Per quanto mi riguarda il migliore è questo, anche perché ad un certo punto c’è pure un “featuring” importantissimo (Zlatan <3) e soprattutto perché sono milanista, ma ne arriveranno altri con personaggi di altre squadre, non temete.

 

18. SERVO // I

Il classico gruppo della Fuzz Club, con il suo outfit un po’ darkettone, ma che non disdegna il viaggione. Questa traccia è bella sprintarella (o spintarella, come preferite, comunque spinge e sprinta), ritmata e che fa ballicchiare. Anche il disco intero non è per niente male se siete amanti delle sonorità un po’ più massicce.

 

17. SQUID // Sludge

Altra band di cui si sarebbe parlato o comunque sono abbastanza certo si parlerà nella stagione in arrivo. Post punk mezzo folgorato, con soluzioni visionariette interessanti. L’ep dell’anno scorso era carino, ma il materiale nuovo sembra molto più mattacchione, perciò meglio tenerli d’occhio.

 

16. HUGE MOLASSES TANK EXPLODES // No one

Ottima scoperta, band milanese al secondo disco, forte di un bel mix di pezzi da super-viaggione ed altri più lanciati, anche piuttosto ballerini, tipo questa che ho scelto, che sta iniziando ad entrare anche nel giro dei pezzi titolari quando faccio i dj set.

 

15. DEAD GHOSTS // drugstore supplies

Sfornano probabilmente il miglior disco garage/psych estivo, mezzo surfeggiante, o comunque con quel tipo di mood là, quella roba super presa a bene che quando c’è una festa sulla spiaggia vorrei sempre si ballasse con cose così.

 

14. SLOMO SAPIENS // I am the mud king

Anche loro viaggiano su un’ispirazione di stampo un po’ vintageona, mezza 60’s rivisitata pazzerella, da bravi figliocci di gente come Black Lips, Oh Sees, King Khan e compagnia. In questi casi è inutile stare a fare le pulci a questo e quello a cui si sono ispirati, conta solo una cosa: funziona? La risposta è sì. Vola tutto ed in particolare questa canzone qui ha il ritornello che mi ha mandato più in fissa di tutti quest’anno finora.

 

13. AENDLEX // green boulevard

Super ispirato e super prolifico, gran maestro di svarioni, non nel senso che sbaglia ma nel senso che svaria. Infatti tra le sue auto-produzioni ci si imbatte facilmente in sperimentazioni elettroniche, esplorazioni sonore ai limiti del saggio di rumoristica, ma anche in pezzi come questo, che è una semplice chitarra e voce super onirica e regala la pace interiore appena premi play.

12. SMOOTHIE // but it ain’t you

Progetto nuovo molto simpatico per gli amanti del funkettino, bella scelta ricercata e sfiziosa di suoni, scorre, si ballicchia, decisamente gradevole e di buon auspicio in vista delle prossime uscite.

11. SOCCER96 feat. ALABASTER DEPLUME // I was gonna fight fascism

Avete presente una band chiamata The Comet Is Coming? Sì? Benissimo, allora sapete già tutto. No? Rimediate. Sono la band più visionaria che abbia scoperto negli ultimi 4-5 anni. Sì, ma che c’entra? C’entra, c’entra, infatti i Soccer96 sono batteria e synth dei Comet Is Coming, quindi questo è il loro side project ed è altrettanto interessante. Alabster DePlume invece è un altro mezzo matto (“è na qualità” cit.) compositore, polistrumentista, attivista con cui hanno tirato fuori un ottimo EP da cui vi ho scelto questa traccia qui.

10. RYSKINDER // Keshet b’anan ashan

Apriamo finalmente la parentesi più improbabile che uno potrebbe immaginarsi, ma neanche troppo, perché se avete capito il mood la psichedelia non ha confini. Psych e hip hop possono convivere? Avoja! Sempre più spesso ormai mi capita di includere rapper e simili nelle mie selezioni, grazie a beat particolarmente visionari o flashosi, questo è uno di quei casi. Provare per credere.

9. GHOSTPOET // Nowhere to hide now

Chiudiamo la parentesi psych-hop, che non esiste perché me lo sono inventato ora (…) anzi no ho controllato ed in effetti qualcuno se ne è già uscito con questa definizione, ma facciamo finta che me la sia inventata io. Lui è uno dei miei preferiti in quest’ambito, ha tirato fuori un gran bel disco che in alcuni momenti riporta in auge un mood che ricorda la golden age del trip hop negli anni 90. Questo pezzo spicca per il suo clima acido con cui la parte rappata si sposa alla grande e quando è uscito durante la quarantena me lo sono ascoltato a loop per una settimana di seguito. Comunque se state in fissa e volete riaprire questa parentesi mezza psych, mezza hip hop vi consiglio pure gli Shabazz Palaces, The Gaslamp Killer e volendo anche Thundercat.

8. THE MAUSKOVIC DANCE BAND // theorie amerikaan (original mix)

Ovviamente non poteva mancare (per fortuna) il gruppo mattacchionissimo che fa roba mezza etnico-tribale, però coi suoni intrippantelli mezzi acidelli, tutta ritmata che se non balli sei uno stronzo. Scoperti al Rome Psych Fest, confermano tutto quello che di buono avevano fatto sentire e dal vivo sono una minella.

7. B.M.C. BIG MOUNTAIN COUNTY // Somewhere else

Con il loro secondo disco i BMC si iscrivono ufficialmente nell’albo delle psych band italiane più cazzute in circolazione, il disco è bello sfiziosetto ed è tostissima scegliere il pezzo più fico. Inizialmente avrei detto “far away” perché per indole djistica tendo a premiare quelle più veloci. Tuttavia recentemente nel bel mezzo di quella che sarebbe dovuta essere una selezione tranquilla, mezza da ascolto, ho piazzato la title-track e si sono tutti messi a ballare. Quindi premio lei.

6. GIOBIA // The mirrors house

Ovviamente se si parla di “psych band italiane più cazzute in circolazione” non si può prescindere dal nominare i Giobia che, come scrissi una volta in una recensione, non sono una band bensì una compagnia aerospaziale di viaggi intergalattici, quindi allacciate le cinture.

5. COMPRO ORO // Valley of disbelief

Questi li ho scelti solo per il nome. No non è vero, però il nome è davvero una roba clamorosa se pensiamo che non sono nemmeno italiani, bensì belgi. Dal Belgio si sono messi a fare i piccoli giramondo finché non sono capitati in Turchia dove si sono incastrati con le sonorità psichedeliche locali, nonché fatto amicizia con i partner Esma Ertel e Murat Ertel, con cui hanno inciso un disco visionarissimo e super intrigante.

4. LIGHTNING ORCHESTRA // Time (Time)

Altissimi livelli pure qui, anzi, mi voglio sbilanciare… potrebbe essere il disco di debutto dell’anno, per chi non lo so, ma per me molto probabilmente sì. Oddio poi magari imbrocca il super hype in giro e io sarò quello scalzo che agita un campanaccio con un cartello addosso con scritto “io l’avevo detto” fuori dalla Rough Trade a Londra. Tutto può essere. La cosa divertente da sapere su questo disco è che Travis Murphy, il leader della situazione qui, praticamente è partito con l’idea di fare una jam-band gigante e puntualmente invitava a registrare chiunque conoscesse in qualche situazione tipo jam session in giro per Atlanta e dintorni, infatti per le registrazioni di questo disco, durate due anni, ha coinvolto qualcosa come due dozzine di musicisti e forse anche di più, creando un mix assurdo di stili ed influenze.

3. YONIC SOUTH // Tell me why

Vabbè qui la questione è personale e di cuore, chi mi conosce sa benissimo che questa non è una sviolinata alla crew di Super Stanzy, io sono gabber fracico per i Yonic South, lo sanno pure i muri ed i soffitti, anzi specialmente i soffitti e quando durante il lockdown è uscito questo pezzo la prima cosa che ho detto è stata “***** *! Questa sarà la prima che metterò al prossimo dj set”. Destinato ad essere il pezzo più molesto dell’anno.

2. VIAGRA BOYS // Lick the bag

A parte il titolo da grandi intenditori, credo e spero che questo o al massimo il prossimo sia l’anno della loro consacrazione definitiva, band dalla genialità totale che puntualmente impreziosisce i propri lavori con tracce schizzoidi ed irresistibilmente frenetiche tipo questa.

1. CALIBRO 35 // Thunderstorm and data

Per salutarci ho preso il mio pezzo preferito da questo disco capolavoro che per me ad oggi è quello “da battere” per la prima posizione di fine anno. Non ricordo l’ultima volta in cui abbia ascoltato un altro lavoro così trasversale a livello stilistico e spazio-temporale. Tra i pochi e tra i migliori a riuscire nell’ardua impresa di controbilanciare tonnellate di merda e fuffa inutile nella scena musicale di questo paese. Monumentali.

 

Bonus track!

MERIDIAN BROTHERS // los Golpeadores de la cumbia

Allora loro sono fantastici e quando è uscito questo pezzo ormai la classifica l’avevo fatta, non senza dolorose esclusioni e quindi non ce l’ho fatta a farne fuori un’altra, quindi godetevi questo super trip di cumbia visionaria malatissima da questi extraterrestri trapiantati in Colombia.

 

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Intervista a Dork

INTERVISTA A DORK

Cosa diavolo ci fa un Peruviano che guida un van nel veronese?

Quante volte avete immaginato di vivere on the road, come le vere rockstar?
Quante volte avete sognato ad occhi aperti di poter viaggiare scortando le band più fiche del momento?
Quante volte vi siete detti: ‘Basta! Mollo tutto e compro un camper’?

C’è chi questa vita la conosce da vicino e ne ha fatto un mestiere: è il caso di Dork, all’anagrafe Carlos Arzubialde, rider, fonico, roadie, meccanico tuttofare presso sé stesso e tante altre realtà sparse per il veronese e non solo, nonché membro attivo del circolo Colorifico Kroen (VR). Da anni questa silenziosa creatura dall’animo gentile scarrozza in lungo e in largo i migliori gruppi del momento, prendendosi cura di loro e della loro strumentazione.

Pur non essendo dei professionisti, questo periodo post-quarantena ha stravolto anche noi di Super Stanzy facendoci letteralmente andare fuori di testa ora che la crisi d’astinenza da concerti comincia a farsi sentire. L’emergenza sanitaria ha colpito parecchio duramente numerosi lavoratori, specialmente quelli, come Carlos, coinvolti in concerti, festival, teatri, cinema e tante altre attività, culturali. Non possiamo far altro che stare a galla reinventandoci e facendocene raccontare un paio da chi mastica questa roba, non solo d’estate, tutti i giorni dell’anno.

 1) Parlaci un po’ di te: come ci finisce un peruviano di Lima a guidare un van nel veronese?

Ciao! Mi chiamo Carlos, ho 31 anni e sono in Italia da quando ne avevo 4. Il motivo che ha spinto la mia famiglia ad emigrare in Italia è semplicemente per poter lavorare dato che in Perù, verso fine anni ‘80, la situazione era veramente pessima.

2) A che età hai cominciato a lavorare? Hai sempre avuto a che fare con la musica o ci sei capitato?

Ho cominciato a lavorare 2 mesi dopo aver ricevuto il mio diploma in elettronica e comunicazioni. Ho iniziato presso un’azienda di San Giovanni Lupatoto (VR), dove la mia mansione era l’assemblaggio di schede elettroniche per uso industriale. Bel lavoro, pagato bene e in un ambiente molto sereno. Ho lavorato lì per quasi 7 anni, ma la musica era ed è tutt’ora una parte fondamentale della mia vita, dedicarmici solo nel tempo libero non era sufficiente, perciò un giorno, con l’appoggio dei miei genitori, ho lasciato un posto fisso a tempo indeterminato per qualcosa che in Italia, ancora oggi, non è visto come un vero lavoro.

3) Come hai spiegato alla tua famiglia che tipo di mestiere facevi per vivere? Ti hanno appoggiato nelle tue scelte?

Semplicemente ho spiegato quello che volevo fare e come l’avrei fatto. Loro, essendo della vecchia guardia, ovviamente hanno sempre pensato che il lavoro con contratto e stipendio fisso fosse la soluzione migliore ed effettivamente non erano d’accordo su questa mia decisione; ricordo però benissimo cosa mi disse mio padre quel giorno, qualcosa che ancora adesso porto nel cuore, perché grazie a quelle parole presi la mia decisione definitiva: mi disse che lui non avrebbe potuto aiutarmi a finanziare i miei progetti, ma che avrei sempre avuto un tetto e cibo in tavola.

4) Q
uali politiche pensi sarebbe stato meglio prendere in considerazione data l’emergenza di questi mesi e che tanto ha danneggiato tutti i lavoratori del settore?

Non sono la persona qualificata per dire certe cose, l’unica che ho potuto constatare è che lo stato ha salvaguardato molto astutamente gli interessi solo di certe categorie, dimenticandosi totalmente di certe altre, come i servizi di volontariato, i quali ogni giorno svolgono attività sociali per persone che hanno problemi funzionali e mentali, lasciando totalmente da sole quelle famiglie. Poi, parlando del mio orticello, hanno dimenticato i lavoratori dello spettacolo; ancora adesso le compagnie aeree possono riempire totalmente un aereo, ma un teatro invece deve ridurre ad 1/4 la propria capienza. Vi pare normale? Chiaramente il governo (i governi di tutto il mondo) sono stati influenzati da multinazionali, imprenditori ecc…

5) Com’è la situazione all’estero? Musicalmente, culturalmente, in termini di tutela dei suoi protagonisti.. pensi che potremmo prendere spunto da qualcuno in particolare?

L’Europa pare si stia muovendo un pelo più velocemente dell’Italia, ma il miglior paese è definitivamente la Germania. Ho amici (lavoratori dello spettacolo) che il governo riconosce benissimo ai quali ha dato un’indennità di 800 euro al mese (da Marzo ad Agosto, ovvero da inizio pandemia a ipotetica fine emergenza) tutti regolarmente pagati. Oggi è il 4 luglio ed io sto ancora aspettando i soldi di Maggio che sono pure gli ultimi aiuti che lo stato ci darà. 

6) Con quante e quali realtà collabori attualmente?

Io principalmente lavoro con un paio di booking (ZUMA booking e SWAMP booking) ma ultimamente prendo accordi direttamente con le band (la voce sta girando molto, quindi ho iniziato a ricevere proposte di lavoro da gruppi che hanno sentito parlare di me). Le band che seguo ultimamente sono principalmente L.A. Witch (Los Angeles) e Follakzoid (Cile), più tante altre band minori che seguo e che sono praticamente tutte americane.

7) 
Tra le mille mansioni che svolgi, quale preferisci? Conoscendo il Gordon Van credo proprio di sapere la risposta..

Allora, sicuramente guidare, anche se lo sforzo fisico di scaricare, caricare e allestire il palco è notevole, mi rende molto felice. Ultimamente ho anche cominciato a fare dei corsi per fare il tecnico luci e devo dire che mi sta piacendo molto. Vorrei anche diventare molto più professionale nell’ambito audio, il che sicuramente potrebbe essere un bel vantaggio lavorativo per me.

8) Da quanto tempo vivi on the road? Quali sono secondo te i pro e i contro di questo stile di vita?

Sono in tour da quasi 6 anni, anche se ultimamente sto cercando di pianificare l’anno: 6 mesi di duro lavoro in tour e 6 mesi dove posso prendermela con più calma e imparare cose nuove. I pro di questa vita è che vieni pagato per visitare tantissimi posti, conosci moltissime persone che poi diventano anche ottimi amici e ovviamente vedi/conosci tantissime band internazionali ed è molto bello poter parlare e confrontarsi con loro. I contro è che sei sempre via, quindi perdi anche un po’ gli amici che hai nella tua città ed è difficile avere una fidanzata, per esempio, ma credo in questi anni bisogna mettersi in ballo: in un futuro potresti pentirtene.

9) Posso solo immaginare le avventure che hai passato..quante volte ti è capitato di restare a piedi col mezzo?

In tour mi è successo di rimanere a piedi una sola volta: durante un day off in Francia, per fortuna, un amico mi venne in aiuto vicino ad una città con il suo furgone, perciò dopo qualche telefonata riuscimmo a recuperarlo e a non perdere nessuna data. Un paio di volte ho avuto problemi col furgone, ma diciamo che di meccanica me ne intendo un pochettino, quindi sono sempre riuscito a sistemarlo e finire i tour. (D.I.Y. UBER ALLES, ndr.)

10) Qual è stata la band con cui ti sei divertito di più o quella più piacevole con cui andare in tour?

Difficile a dirsi! Tutte le band hanno pregi e difetti, dipende un po’ dalla situazione, anche se, ora che ci penso, credo che il tour più divertente e assurdo sia stato con i BIG MOUNTAIN COUNTY, band di Roma che mi scrisse per un mini tour di 2 settimane. Eravamo in 5 col mio doblò, pieni di strumentazione, il carico del furgone era veramente un’opera d’arte e i ragazzi davvero fantastici. Credo di non aver mai riso così tanto in vita mia!

11) Chi decide la musica da ascoltare durante i viaggi?

Sei anni fa non so se c’era già Spotify, forse non lo avevo io, ma la musica in furgone erano i cd che ci portavamo dietro oppure gli album registrati nel telefono! Al tempo internet all’estero era costosissimo e quello era ciò che si poteva ascoltare; ora, col roaming libero in tutta Europa, con una buona offerta e Spotify puoi ascoltarti quello che vuoi e solitamente si fa un po’ a turno.

12) Locali o situazioni più fighe a cui ti è capitato di assistere o quelle in cui torni più volentieri?

In tutta Europa credo che il miglior locale di sempre sia il VERA a Groningen in Olanda. Un posto storico, credo che esista da ormai 50/60 anni e fanno concerti da almeno 40 anni. Tutti i grandi artisti sono passati al VERA, quel posto è un museo della musica mondiale!

13) Per quanti soldi accetteresti di fare guidare il Gordon a John Terrible?

Il mio furgone lo guido solo io, l’unica persona che può guidarlo è mio padre.

14) Un consiglio che ti sentiresti di dare ad un* giovane che vorrebbe intraprendere il tuo stesso percorso?

Non saprei che consiglio dare sinceramente, forse solo aver passione per la musica: come ogni lavoro, ci sono giorni di merda in cui vorresti mandare tutti al diavolo, ma probabilmente uno dei motivi per il quale continuo a fare questo lavoro è che non è lo percepisco come un lavoro d’ufficio qualunque, puoi organizzare i tuoi tempi e nutrire altre passioni.

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