INTERVISTA A DORK
Cosa diavolo ci fa un Peruviano che guida un van nel veronese?

Quante volte avete immaginato di vivere on the road, come le vere rockstar?
Quante volte avete sognato ad occhi aperti di poter viaggiare scortando le band più fiche del momento?
Quante volte vi siete detti: ‘Basta! Mollo tutto e compro un camper’?
C’è chi questa vita la conosce da vicino e ne ha fatto un mestiere: è il caso di Dork, all’anagrafe Carlos Arzubialde, rider, fonico, roadie, meccanico tuttofare presso sé stesso e tante altre realtà sparse per il veronese e non solo, nonché membro attivo del circolo Colorifico Kroen (VR). Da anni questa silenziosa creatura dall’animo gentile scarrozza in lungo e in largo i migliori gruppi del momento, prendendosi cura di loro e della loro strumentazione.
Pur non essendo dei professionisti, questo periodo post-quarantena ha stravolto anche noi di Super Stanzy facendoci letteralmente andare fuori di testa ora che la crisi d’astinenza da concerti comincia a farsi sentire. L’emergenza sanitaria ha colpito parecchio duramente numerosi lavoratori, specialmente quelli, come Carlos, coinvolti in concerti, festival, teatri, cinema e tante altre attività, culturali. Non possiamo far altro che stare a galla reinventandoci e facendocene raccontare un paio da chi mastica questa roba, non solo d’estate, tutti i giorni dell’anno.

1) Parlaci un po’ di te: come ci finisce un peruviano di Lima a guidare un van nel veronese?
Ciao! Mi chiamo Carlos, ho 31 anni e sono in Italia da quando ne avevo 4. Il motivo che ha spinto la mia famiglia ad emigrare in Italia è semplicemente per poter lavorare dato che in Perù, verso fine anni ‘80, la situazione era veramente pessima.
2) A che età hai cominciato a lavorare? Hai sempre avuto a che fare con la musica o ci sei capitato?
Ho cominciato a lavorare 2 mesi dopo aver ricevuto il mio diploma in elettronica e comunicazioni. Ho iniziato presso un’azienda di San Giovanni Lupatoto (VR), dove la mia mansione era l’assemblaggio di schede elettroniche per uso industriale. Bel lavoro, pagato bene e in un ambiente molto sereno. Ho lavorato lì per quasi 7 anni, ma la musica era ed è tutt’ora una parte fondamentale della mia vita, dedicarmici solo nel tempo libero non era sufficiente, perciò un giorno, con l’appoggio dei miei genitori, ho lasciato un posto fisso a tempo indeterminato per qualcosa che in Italia, ancora oggi, non è visto come un vero lavoro.
3) Come hai spiegato alla tua famiglia che tipo di mestiere facevi per vivere? Ti hanno appoggiato nelle tue scelte?
Semplicemente ho spiegato quello che volevo fare e come l’avrei fatto. Loro, essendo della vecchia guardia, ovviamente hanno sempre pensato che il lavoro con contratto e stipendio fisso fosse la soluzione migliore ed effettivamente non erano d’accordo su questa mia decisione; ricordo però benissimo cosa mi disse mio padre quel giorno, qualcosa che ancora adesso porto nel cuore, perché grazie a quelle parole presi la mia decisione definitiva: mi disse che lui non avrebbe potuto aiutarmi a finanziare i miei progetti, ma che avrei sempre avuto un tetto e cibo in tavola.
4) Quali politiche pensi sarebbe stato meglio prendere in considerazione data l’emergenza di questi mesi e che tanto ha danneggiato tutti i lavoratori del settore?
Non sono la persona qualificata per dire certe cose, l’unica che ho potuto constatare è che lo stato ha salvaguardato molto astutamente gli interessi solo di certe categorie, dimenticandosi totalmente di certe altre, come i servizi di volontariato, i quali ogni giorno svolgono attività sociali per persone che hanno problemi funzionali e mentali, lasciando totalmente da sole quelle famiglie. Poi, parlando del mio orticello, hanno dimenticato i lavoratori dello spettacolo; ancora adesso le compagnie aeree possono riempire totalmente un aereo, ma un teatro invece deve ridurre ad 1/4 la propria capienza. Vi pare normale? Chiaramente il governo (i governi di tutto il mondo) sono stati influenzati da multinazionali, imprenditori ecc…
5) Com’è la situazione all’estero? Musicalmente, culturalmente, in termini di tutela dei suoi protagonisti.. pensi che potremmo prendere spunto da qualcuno in particolare?
L’Europa pare si stia muovendo un pelo più velocemente dell’Italia, ma il miglior paese è definitivamente la Germania. Ho amici (lavoratori dello spettacolo) che il governo riconosce benissimo ai quali ha dato un’indennità di 800 euro al mese (da Marzo ad Agosto, ovvero da inizio pandemia a ipotetica fine emergenza) tutti regolarmente pagati. Oggi è il 4 luglio ed io sto ancora aspettando i soldi di Maggio che sono pure gli ultimi aiuti che lo stato ci darà.
6) Con quante e quali realtà collabori attualmente?
Io principalmente lavoro con un paio di booking (ZUMA booking e SWAMP booking) ma ultimamente prendo accordi direttamente con le band (la voce sta girando molto, quindi ho iniziato a ricevere proposte di lavoro da gruppi che hanno sentito parlare di me). Le band che seguo ultimamente sono principalmente L.A. Witch (Los Angeles) e Follakzoid (Cile), più tante altre band minori che seguo e che sono praticamente tutte americane.
7) Tra le mille mansioni che svolgi, quale preferisci? Conoscendo il Gordon Van credo proprio di sapere la risposta..
Allora, sicuramente guidare, anche se lo sforzo fisico di scaricare, caricare e allestire il palco è notevole, mi rende molto felice. Ultimamente ho anche cominciato a fare dei corsi per fare il tecnico luci e devo dire che mi sta piacendo molto. Vorrei anche diventare molto più professionale nell’ambito audio, il che sicuramente potrebbe essere un bel vantaggio lavorativo per me.

8) Da quanto tempo vivi on the road? Quali sono secondo te i pro e i contro di questo stile di vita?
Sono in tour da quasi 6 anni, anche se ultimamente sto cercando di pianificare l’anno: 6 mesi di duro lavoro in tour e 6 mesi dove posso prendermela con più calma e imparare cose nuove. I pro di questa vita è che vieni pagato per visitare tantissimi posti, conosci moltissime persone che poi diventano anche ottimi amici e ovviamente vedi/conosci tantissime band internazionali ed è molto bello poter parlare e confrontarsi con loro. I contro è che sei sempre via, quindi perdi anche un po’ gli amici che hai nella tua città ed è difficile avere una fidanzata, per esempio, ma credo in questi anni bisogna mettersi in ballo: in un futuro potresti pentirtene.
9) Posso solo immaginare le avventure che hai passato..quante volte ti è capitato di restare a piedi col mezzo?
In tour mi è successo di rimanere a piedi una sola volta: durante un day off in Francia, per fortuna, un amico mi venne in aiuto vicino ad una città con il suo furgone, perciò dopo qualche telefonata riuscimmo a recuperarlo e a non perdere nessuna data. Un paio di volte ho avuto problemi col furgone, ma diciamo che di meccanica me ne intendo un pochettino, quindi sono sempre riuscito a sistemarlo e finire i tour. (D.I.Y. UBER ALLES, ndr.)
10) Qual è stata la band con cui ti sei divertito di più o quella più piacevole con cui andare in tour?
Difficile a dirsi! Tutte le band hanno pregi e difetti, dipende un po’ dalla situazione, anche se, ora che ci penso, credo che il tour più divertente e assurdo sia stato con i BIG MOUNTAIN COUNTY, band di Roma che mi scrisse per un mini tour di 2 settimane. Eravamo in 5 col mio doblò, pieni di strumentazione, il carico del furgone era veramente un’opera d’arte e i ragazzi davvero fantastici. Credo di non aver mai riso così tanto in vita mia!
11) Chi decide la musica da ascoltare durante i viaggi?
Sei anni fa non so se c’era già Spotify, forse non lo avevo io, ma la musica in furgone erano i cd che ci portavamo dietro oppure gli album registrati nel telefono! Al tempo internet all’estero era costosissimo e quello era ciò che si poteva ascoltare; ora, col roaming libero in tutta Europa, con una buona offerta e Spotify puoi ascoltarti quello che vuoi e solitamente si fa un po’ a turno.
12) Locali o situazioni più fighe a cui ti è capitato di assistere o quelle in cui torni più volentieri?
In tutta Europa credo che il miglior locale di sempre sia il VERA a Groningen in Olanda. Un posto storico, credo che esista da ormai 50/60 anni e fanno concerti da almeno 40 anni. Tutti i grandi artisti sono passati al VERA, quel posto è un museo della musica mondiale!
13) Per quanti soldi accetteresti di fare guidare il Gordon a John Terrible?
Il mio furgone lo guido solo io, l’unica persona che può guidarlo è mio padre.
14) Un consiglio che ti sentiresti di dare ad un* giovane che vorrebbe intraprendere il tuo stesso percorso?
Non saprei che consiglio dare sinceramente, forse solo aver passione per la musica: come ogni lavoro, ci sono giorni di merda in cui vorresti mandare tutti al diavolo, ma probabilmente uno dei motivi per il quale continuo a fare questo lavoro è che non è lo percepisco come un lavoro d’ufficio qualunque, puoi organizzare i tuoi tempi e nutrire altre passioni.

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