TOP 7: IL MEGLIO DI GIUGNO 2020 by BANG BANG RADIO

7 pezzi sempre carichi di Bang Bang Radio.

Bang Bang Radio per chi non la conoscesse (dove cazzo vivete?!) è la webradio, direttamente dalla zona rossissima di Casalpusterlengo che include, tra le varie rubriche dedicate al calcio locale, al gossip e cinema, uno spazio immolato alla musica underground, attento soprattutto alle realtà e alle band contemporanee provenienti dal nord Italia e non solo. 

Più che celebre è ormai l’appuntamento settimanale della Bang Bang Chart ovvero la classifica stilata da o’ direttò, Daniele Foini. Ogni settimana le bombette che ci rifila, scavando negli oscuri meadri di bancamp, ci lasciano così sbalorditi che abbiamo deciso di avviare una collaborazione, proponendovi le 7 migliori canzoni (prediligendo gruppi non italiani che presumibilmente già conoscete) delle Bang Bang Chart di ogni mese.

Questo è già il secondo appuntamento, se avete letto anche il primo sapete che qui non si scherza! Parola a BBR.

R.M.F.C. – Reader [Australia]

da “Reader 7” (2020), Anti Fade Records

Come sempre, se cerchiamo perle una buona idea sarebbe sempre quella di cercarle in Australia. Il progetto R.M.F.C. (acronimo di Rock Music Fan Club, che così fa molto sfiguz, ma tutto puntato invece è cool) è in realtà affare di un tizio solo, il diciottenne Buz Clatworty, una specie di enfant prodige che scrive tutto, suona tutto e registra tutto. Nel giro di un paio d’anni, ha rilasciato un paio di cassettine, uno split e infine questo singolo su 7 pollici, Reader, rilasciato su Anti Fade. Il brano è una stridente grattugiata tutta nervi, sgraziata ma efficace come uno schiaffo in faccia.

Vintage Crop – Gridlock [Australia]

da “Serve to Serve Again” (2020), Anti Fade Records

In Australia, dicono, tutto cerca di ucciderti. Sarà per quello che il garage punk australiano è tanto cattivo quanto fuori di testa? Non lo possiamo sapere. Anche i Vintage Crop infatti sono australiani, e finiscono nella nostra top 7 mensile. Originari di Geelong, città nel sudest dell’Australia (vicino a Melbourne), giungono a noi con un LP, il secondo sulla lunga distanza, e dopo l’ottimo EP Company Man dell’anno scorso. L’album in sé uscirà a agosto, ma il combo ha già rilasciato il primo pezzone in anteprima, che è una pugnalata tesissima, rabbiosa e paranoica: Gridlock.

Toylettes – Die Tat [Germania]

da “Spätsommer im Luftkurort” (2020), Autoprodotto

I Toylettes sono un ruvido e un po’ oscuro ensemble di Berlino, che esiste almeno dal 2014 e che negli anni ci ha regalato una sparuta serie di pubblicazioni, tra cui appunto quest’ultimo Spatsommer mi Luftkurort. Ingredienti: linearità, rabbia, piglio lo-fi con tanto di batteria di cartapesta, cantato femminile acido stile riot grrrl e in lingua madre giusto per farcelo sembrare ancora più spigoloso, qualche intervento di synth cavernicolo in scivolata giusto per non farsi mancare nulla. Favolosi.

Tony Dork – Why [Australia]

da “Struggle Street” (2020), Legless Records

Tony Dork in realtà non è un tizio ma una band. Questi cinque mates australiani, dalla solita Melbourne, si sono fatti largo con qualche EP prima di approdare “sulla lunga distanza”, come si suol dire, con questo Struggle Street, uscito per Legless. Come i pugili in copertina, la “Why” che abbiamo scelto vi piglia a pugni senza pietà con dei riffoni punk aggressivi, dritti ed acuminati.

The Flying Tiger Claw – TV Love [Svizzera]

da “Love Fiction in TV” (2020)

Nella bucolica e fiabesca Berna si fa anche musica bella grezza a quanto pare, come testimonia questo pezzo ad opera di un giovane combo, i The Flying Tiger Claw. Il pezzo “TV Love” esce su uno split con i sodali Batbait in piena pandemia: mood più drogato rispetto agli altri pezzi di questa top 7 e qualche accento psichedelico, ma senza esondare mai nel narcotico grazie a dei bei chitarroni ciccioni e fuzzosi. 

Casalingam – Drogo+ [Italia – Walkman Records]

Il buon Marcello Orlandi (The Meteopathics) non se ne è stato con le mani in mano durante la quarantena, e si è attivato subito con questo progetto Casalingam. Sotto questo nome, ci ha regalato una serie di pezzi slegati tra loro e perlopiù sconclusionati, ma che catturano perfettamente il disagio e il degrado umano dell’era del lockdown: monologhi in lingua madre deliranti e marcescenti, sporcizia punk, noia, misantropia. Come non amarlo?

Paranoise – Lost My Phone [USA]

da “Lost My Phone/Influenza Influencer” (2020)

I Paranoise vengono da Los Angeles e non hanno rilasciato sinora che una manciata di pezzacci numerabili sulle dita di una mano sola. Di questi, “Lost My Phone” ne è il riassunto perfetto: una coltellata fulminante lo-fi fino alla cacofonia che vi farà esplodere il cervello, un po’ come quando perdi davvero il telefono e vorresti picchiare la testa contro il muro.

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